Banche cinesi, possibile un nuovo ritocco ai requisiti di capitalizzazione

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

Il governatore della Banca del Popolo ha spiegato ieri che il tasso di inflazione potrebbe crescere in Cina più del previsto nei prossimi mesi, e che ciò potrebbe rendere necessario un nuovo incremento dei requisiti minimi di capitalizzazione delle banche. Queste ultime, infatti, dovranno assorbire gli eccessi di liquidità presenti nell’economia del Paese, anche al fine di scongiurare la crescita di pericolose bolle speculative. Secondo il numero uno della banca centrale, Zhou Xiaochuan, malgrado il leggero rallentamento registrato nei prezzi a dicembre, l’aumento nel prossimo futuro «potrebbe essere più marcato rispetto a quello che in molti si aspettano. Per questo dovremo essere vigili».

 

In Cina i prezzi al consumo sono cresciuti del 3,3% nel corso del 2010: un dato in realtà che non si è discostato troppo dalle previsioni del governo di Pechino, che aveva immaginato un +3%. Ciò nonostante, negli ultimi mesi dell’anno si è registrato un deciso rialzo: +5,1% a novembre e +4,6% a dicembre. Evidentemente, dunque, i sei rialzi consecutivi imposti ai ratio di capitalizzazione degli istituti di credito cinesi non sono stati sufficienti per diminuire la quantità di denaro di un ammontare tale da “raffreddare” l’inflazione.

 

Al contempo, il governo sta sperimentando anche l’introduzione di misure ad hoc per i segmenti i cui prezzi corrono maggiormente. Nel comparto immobiliare, ad esempio, è stato appena introdotto un prelievo fiscale su alcune tipologie di immobili, sebbene limitato alle città di Shanghai e Chongqing (nelle quali il costo delle case è cresciuto rispettivamente del 26,1% e del 29% nel 2010). Nella prima metropoli, la nuova tassa per ora è stata fissata in un range compreso tra lo 0,4% e lo 0,6% su tutti gli immobili tassabili. Mentre a Chongqing - la città più grande del mondo, con 31 milioni di abitanti - potrà raggiungere l‘1,2%. ( Fonte: www.valori.it)

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