" I TERMINI UTILIZZATI DALL' ECONOMIA DELLE CRISI" DI GIANPIERO MAGNANI

Macrolibrarsi.it presenta il LIBRO: Euroschiavi - Dalla Truffa alla Tragedia

Azzardo morale
L'esistenza di una istituzione di dimensioni più grandi che è in grado di effettuare il salvataggio di un'azienda, una banca o persino uno Stato in situazione di insolvenza, può indurre i manager dell'azienda o della banca, o il governo dello Stato, a perseguire obiettivi di breve periodo ad alto rischio che sono molto remunerativi se le cose vanno bene, ma ugualmente disastrosi nella situazione avversa. 
E' stato verificato che la creazione del Fondo Monetario Internazionale ha avuto come conseguenza un maggior numero di default del debito sovrano rispetto a quando il Fondo non esisteva, mentre la garanzia del salvataggio delle banche e delle più importanti aziende da parte dei governi ha indotto queste ultime ad operazioni finanziarie più rischiose. 

Bolle speculative 
Le bolle corrispondono a fasi di boom cui seguono periodi di recessione; le bolle possono riguardare vari settori economici, da quello immobiliare ai prezzi delle materie prime all'aumento del credito a famiglie ed imprese. 
Sono state perciò studiate bolle immobiliari, bolle creditizie, bolle della tecnologia, bolle azionarie, bolle del debito pubblico. 

Credit crunch e crowding out 
Il credit crunch è la stretta del credito che fa seguito a gravi situazioni di crisi, crisi del debito pubblico ma soprattutto crisi bancarie, ed ha conseguenza drammatiche sulle attività produttive tanto da determinare il declino dell'economia reale; per questa ragione i governi cercano di effettuare con rapidità il salvataggio delle banche in crisi, perché le conseguenze negative che ne derivano sull'economia sono enormemente maggiori del costo immediato del loro salvataggio. 
Il crowing out è invece un “effetto di spiazzamento” che si determina quando il settore pubblico ottiene risorse finanziarie sempre maggiori, a spese del settore privato che pertanto ne risente. 

Default del debito sovrano 
Si ha default del debito sovrano quando uno Stato non è più in grado di rimborsare i propri debiti alle scadenze convenute: il default può essere totale oppure parziale (se solo una tranche di titoli pubblici in scadenza non viene rimborsata), esterno oppure domestico (a seconda che il debito pubblico sia stato emesso in valuta estera e sottoscritto da investitori esteri, oppure emesso nella divisa nazionale, in base alle leggi interne e sottoscritto dai propri risparmiatori nazionali). 
In situazioni critiche, il debito domestico sembra avere una tenuta maggiore di quello estero, perché meno soggetto alla speculazione internazionale ed esente dal rischio di cambio.

Esternalità 
La globalizzazione finanziaria fa sì che titoli del debito pubblico di un paese siano detenuti da investitori di altri paesi e viceversa; il meccanismo delle partecipazioni incrociate può causare crisi a grappolo ed effetti incontrollati su economie distanti da quelle colpite dalla crisi: nel 2008, la crisi americana dei mutui subprime produsse il crollo del sistema bancario in Islanda, che fece precipitare l’intera isola in una situazione di bancarotta. 

Fiducia 
Nessuno di noi può controllare le azioni di tutti i propri simili; in un mondo caratterizzato da incertezza, la fiducia è perciò un fattore fondamentale che permette l'esistenza di relazioni fra esseri umani. 
Per rinforzare la fiducia occorrono informazioni corrette e complete, facilmente reperibili e trasparenti, ed un'autorità superiore che sia garante e che nel contempo sia a sua volta meritevole di fiducia. Il venir meno della fiducia è infatti un processo molto pericoloso perché tende a rinforzarsi da solo: la corsa agli sportelli bancari in situazioni di crisi è una profezia che si autoadempie, ed ha come conseguenza l'insolvenza effettiva delle banche stesse, che magari senza la corsa agli sportelli non sarebbero fallite. 

Grande Depressione 
Fu il periodo storico durato circa dieci anni, iniziato con la grande crisi americana del 1929, magistralmente descritto da John Kenneth Galbraith nel libro "Il Grande Crollo" (1955). 

Hoover 
Alle elezioni del 1928 il repubblicano Herbert Hoover divenne presidente degli Stati Uniti; la Grande Depressione iniziò un anno dopo e non fu affrontata con decisioni politiche adeguate ma solo con rassicurazioni generiche e con riunioni inconcludenti; i fallimenti bancari a catena aumentarono ulteriormente la crisi, contraendo la produzione e facendo esplodere la disoccupazione (Galbraith, pag.131 e seg., pag.159 e seg.). 
Quella che poteva essere una pesante recessione divenne un disastro economico senza precedenti (Krugman, pag.177). 

Iperinflazione 
E' considerata iperinflazione l'inflazione a due cifre ogni mese, i primi casi di iperinflazione sono stati rilevati dopo la seconda guerra mondiale e costituiscono forme di default parziale del debito pubblico: con l'incremento considerevole dell'inflazione, accompagnata solitamente dall'aumento dei tassi d'interesse e dalle svalutazioni monetarie, gli stati riducono il valore nominale dei propri debiti pubblici, attraverso una sorta di “imposta da inflazione” che si rivela essere una vera e propria forma di esproprio della ricchezza privata. 

John Maynard Keynes 
John Maynard Keynes fu l'economista che elaborò la teoria del massiccio intervento pubblico nell'economia e che consentì l'uscita dalla Grande Depressione americana. 
Le principali teorie economiche per contrastare la depressione sono infatti la teoria monetarista e quella keynesiana: entrambe propongo di intervenire con immissioni di denaro, i monetaristi per mezzo delle banche centrali che comprano il debito (entrando direttamente nel mercato), i keynesiani col disavanzo che finanzia opere pubbliche; la riduzione delle tasse è un'altra soluzione, preferita dai conservatori perché limita la presenza pubblica nell'economia. 
Il maggiore limite della teoria di Keynes, secondo cui l'aumento della spesa pubblica è necessario quando diminuisce la domanda privata, è che può essere applicata con successo anche a maggiori spese che non aumentano affatto il benessere generale, come possono essere le spese militari (Posner, pag.155). 
Obama, osserva Posner, ha seguito entrambe le ricette, quella monetarista e quella keynesiana, in quanto non è chiaro quale sia la soluzione migliore (Posner, pag.123 e seg., pag.185). 

Leva finanziaria 
La “leva finanziaria sistemica”, osserva Roubini (cit., pag.105) si può immaginare come una sorta di piramide rovesciata del debito, dove partendo da una piccola somma presa a prestito si arriva ad un incremento esponenziale del debito stesso. 
Così Galbraith descriveva gli effetti della leva finanziaria: “Nel 1929 la scoperta delle meraviglie della progressione geometrica colpì Wall Street con una violenza paragonabile a quella dell'invenzione della ruota. Ci fu una corsa precipitosa a patrocinare investment trust che avrebbero patrocinato altri investment trust che, a loro volta, ne avrebbero patrocinato altri ancora. (…) La leva, si verificò più tardi, agisce in entrambi i versi (…) la progressione geometrica fu altrettanto drammatica nella fase discendente” (Galbraith, pagg.54-56). 

Mutui subprime 
Sono finanziamenti ipotecari che sono stati concessi negli Stati Uniti a debitori “NINJA” (no income, no job, no asset), cioè privi di reddito, senza lavoro e senza patrimonio; i mutui venivano poi cartolarizzati, ceduti a terzi e messi a garanzia della emissione di titoli obbligazionari valutati anche con la tripla A dalle agenzie di rating e collocati in tutto il mondo. 
Una volta esplosa la “bolla immobiliare” americana, molti debitori non riuscirono a pagare le rate e si trovarono con debiti più grandi del valore dell'immobile che avevano dato in garanzia (Posner, pag.15 e 35). 
A partire dalla fine del 2007, ne è conseguita una grave recessione che ha interessato non solo gli Stati Uniti ma tutto il mondo; la bolla immobiliare di inizio nuovo secolo ha interessato infatti diversi paesi, generando un artificioso aumento del loro Pil, mentre la debolezza del dollaro ha aiutato gli Stati Uniti a reggere la crisi che ne è seguita (Krugman, pag.201). 

New Deal 
Il “nuovo corso” o “nuovo accordo” fu un grande programma di riforme inaugurato dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt, che contribuì a far uscire dalla Grande Depressione gli Stati Uniti d'America (cfr. fra gli altri Antonella Besussi, La Società Migliore, il Saggiatore, Milano 1992). 

Offerta 
Il pensiero economico, osserva Krugman, considera più importante il ruolo dell'offerta rispetto a quello della domanda, mentre rimane fondamentale invece mantenere alto il livello della domanda (Krugman, pagg.204-205).
Della stessa opinione è anche Robert B. Reich, secondo il quale è l'espansione del ceto medio e della capacità di spesa che deriva dal suo reddito che crea il circolo virtuoso della crescita economica (op. cit.).
 
Prestatori di ultima istanza
I prestatori di ultima istanza intervengono per risolvere problemi finanziari di stati e banche quando altre soluzioni non sono più possibili e l’insolvenza è ormai alle porte; normalmente sono prestatori di ultima istanza le banche centrale, in primis la Fed americana, mentre il Fondo Monetario Internazionale è il prestatore di ultimissima istanza sia delle banche centrali che dei governi nazionali (Roubini, pag.181). 

Questa volta è diverso 
"Questa volta è diverso" è il titolo di una importante ricerca pubblicata da Carmen M. Reinhart e Kenneth S. Rogoff, che analizza 250 episodi di default del debito pubblico estero e circa 70 episodi di default del debito pubblico domestico, la maggior parte dei quali si è peraltro verificata a partire dal secondo dopoguerra. Ma il libro individua anche una “sindrome”, che è quella della sottovalutazione dei segnali che preavvertono le crisi finanziarie; pensando che “questa volta è diverso” gli economisti ed i politici non prendono le misure preventive necessarie e regolarmente le crisi si verificano.
 
Recessione e Depressione 
Recessione e depressione sono i due termini chiave dell'economia delle crisi. 
La recessione è meno grave della depressione, può essere causata da eventi esterni come lo scoppio di una bolla speculativa o l'aumento dei prezzi delle materie prime (ad esempio il petrolio) o da fattori non economici (ad esempio l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001), ma può anche essere generata da decisioni politiche, come l'aumento dei tassi d'interesse deciso dalla Banca centrale (Krugman, pag.71). 
La recessione in un paese ad economia avanzata produce conseguenze gravi anche in altri paesi, specie quelli che godono delle rimesse degli immigrati, la cosiddetta “spesa per trasferimenti” (Roubini, pag.150 e 195). 

Seconda Grande Contrazione 
E' il nome con cui Reinhart e Rogoff nel libro "Questa volta è diverso" hanno chiamato la crisi globale che stiamo vivendo dal 2008, che è seconda per dimensioni solo alla Grande Depressione del 1929. Diversamente da altre crisi del passato anche recente, che erano “crisi multi-paese”, questa che stiamo vivendo evidenzia il comportamento analogo degli indicatori economici sia dei singoli paesi che degli aggregati mondiali. 

Trappola della liquidità 
La trappola della liquidità si verifica ogni volta che interventi di politica monetaria, come il taglio dei tassi d'interesse, si rivelano inefficaci per ottenere la ripresa dell'economia. Il paradosso del risparmio fa sì che il denaro, per sfiducia o per paura, venga tolto dal ciclo economico facendo diminuire sia i consumi che gli investimenti; alla fine anche “i risparmi totali declinano, sebbene stiano tutti cercando di mettere da parte più denaro possibile” (Posner, pag.200).

U – V – W 
Il ciclo economico a “V” comporta una brusca fase di recessione cui fa seguito una altrettanto veloce ripresa; ma questa può essere rapida e sostenuta (ciclo a “V”), oppure lenta (ciclo ad “U”), oppure caratterizzata da successive flessioni e poi riprese (ciclo a “W”); secondo Roubini, noi oggi stiamo vivendo una situazione ad “U”, peraltro molto lenta (cit., pag.326). 

Zygmunt Bauman
Nel saggio "Capitalismo Parassitario" Zygmunt Bauman sostiene che il capitalismo è un sistema economico instabile, perché deve continuamente trovare e sfruttare nuove “terre vergini”; si configura pertanto come una successione di bolle speculative, bolle immobiliari, bolle creditizie, bolle della tecnologia, ecc., che prima o poi scoppiano determinando situazioni di crisi.
La teoria del feedback di Schiller, osserva Roubini, descrive il capitalismo non come un sistema capace di autoregolarsi ma al contrario come un sistema soggetto talvolta ad un infondato pessimismo, talaltra ad “euforia irrazionale”, il che lo rende estremamente instabile (Roubini, pag.57). 
( Fonte: www.valori.it)
Bibliografia di riferimento:
- Zygmunt Bauman, CAPITALISMO PARASSITARIO, Laterza, Roma 2009 
- Paul Krugman, IL RITORNO DELL'ECONOMIA DELLA DEPRESSIONE E LA CRISI DEL 2008, Garzanti, Milano 2009 
- John Kenneth Galbraith, IL GRANDE CROLLO, Rizzoli, Milano 2002 
- Richard A. Posner, UN FALLIMENTO DEL CAPITALISMO, Codice edizioni, Torino 2011 
- Robert B. Reich, AFTERSHOCK, Fazi, Roma 2011 
- Carmen M. Reinhart, Kenneth S. Rogoff, QUESTA VOLTA E' DIVERSO, il Saggiatore, Milano 2010 
- Nouriel Roubini, Stephen Mihm, LA CRISI NON E' FINITA, Feltrinelli, Milano 2010


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