Da Ginevra a Lugano la caccia agli oligarchi - di Mauro Spignesi

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

Come per le banche svizzere, anche per loro lo spettro si chiama dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. E anche per gli oligarchi russi la minaccia arriva sempre da lì, da Washington, che ora ha allungato le mani, anzi gli occhi, di nuovo sulla Svizzera. Ginevra Zugo e Lugano, pullulano di società russe e gli americani stanno cercando di capire se esistono intrecci finanziari che portano sino a Mosca. Al presidente russo Vladimir Putin. Hanno cominciato, come racconta una inchiesta del settimanale italiano L'Espresso, facendo le pulci a Gennady Timchenko, imprenditore con residenza a Ginevra. Il sospetto iniziale,e tale è rimasto, è che fosse socio in affari di Putin.
Gli Usa, soprattutto dopo il caso dell'Ucraina, hanno avviato una serie di sanzioni economiche verso chi è legato in qualche modo all'uomo forte del Cremlino. Nel caso di Timchenko il legame sarebbe rappresentato da una multinazionale del trading petrolifero, la Gunvor. Timchenko, però, ha sempre seccamente smentito collegamenti tra la società e Putin e ha annunciato tempo fa d'aver ceduto il suo pacchetto azionario. Ma il Dipartimento americano ha spiegato in un documento che "Putin ha investito in Gunvor e può avere accesso alla cassa del gruppo".
La minaccia di sanzioni ora potrebbe estendersi ad altri imprenditori, e non sono pochi, che da tempo risiedono in Svizzera. Un migliaio di russi vivono in Ticino. I primi arrivi sono di una decina di anni fa. Da allora il loro numero è cresciuto progressivamente. Grazie alla loro presenza, ricorda l'Espresso, sono nate scuole russe per i loro bambini, hanno acquistato villa e appartamenti di lusso, sono state aperte società specializzate che curano dall'aspetto fiscale con Cantone e Confederazione, sino alla gestione di servizi di pulizia e giardinaggio, oltre che di baby sitter di lingua madre. Molti, in attesa di ottenere il via libera per il permesso di soggiorno per loro e i familiari, fanno tappa a Campione d'Italia, dove restano per qualche tempo prima si spostarsi definitivamente dall'altra parte del lago, a Lugano. Qualcuno ha scelto anche la collina Locarnese.
Per parecchi russi il Ticino, ma la Svizzera in generale, ha sostituito Londra come base per fare affari e trasferire la famiglia. Anche qui possono contare su una tassazione favorevole, una ottima qualità della vita e un eccellente livello di servizi per figli e mogli. Le aziende russe con sede a Lugano sono un centinaio, sottolinea il settimanale italiano. A livello nazionale, invece, come ha scritto il Tages Anzeiger, sarebbero 1826, di queste 300 lavorano nel trading delle materie prime, mentre 256, invece, sono le holding. Il sospetto degli americani, che con Gennady Timchenko hanno messo gli occhi sulla Svizzera, è che fra tutte queste società qualcuna porti dritta a Putin. E, dunque, per gli Usa andrebbe sanzionata.
Una "caccia" che potrebbe avere riflessi anche sul piano diplomatico visto che il presidente della Confederazione Didier Burkhalter, nella sua veste di presidente di turno dell'Osce, è impegnato in una paziente azione di mediazione proprio con la Russia e con Putin in prima persona. E questo dopo che a febbraio il Consiglio federale, "per evitare ogni rischio di appropriazione indebita dei beni dello Stato ucraino", aveva decretato il blocco dei conti dell'ex presidente Viktor Yanucovich, di suo figlio (che vive a Ginevra) e di altri 18 dirigenti, tra cui 11 ex m
inistri.

Fonte: www.caffe.ch

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