" Da Madeira altri guai sulla piazza finanziaria" di Mauro Spignesi

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

http://media.caffe.ch/media/2012/04/16076_17_medium.jpgSono arrivati con un volo diretto, sigillati accuratamente e ora sono conservati nel caveau del palazzo di giustizia di Milano in attesa d'essere distribuiti ai diversi magistrati. Sono scatoloni, zeppi di documenti, liste di nomi, bonifici, estratti conto. In tutto trenta chili di carte che potrebbero diventare una bomba a orologeria pronta a esplodere nella piazza finanziaria ticinese, che già se la passa male con banche barcollanti alla ricerca di un acquirente e un monte impieghi che si restringe sempre più (vedi servizio a pagina 13). Perché quei documenti sono il seguito di parecchie rogatorie che si sono accumulate nel tempo, richieste dalla Procura della Repubblica di Milano alle autorità portoghesi su clienti italiani nel paradiso fiscale di Madeira. Gente che negli anni ha portato soldi che sono cresciuti, sono stati investiti e sono stati gestiti "alla distanza" da fiduciarie di Chiasso e Lugano. Conti aperti a partire dagli anni Novanta, quando Madeira diventò di moda come luogo sicuro dove depositare i propri capitali. Un luogo sempre più utilizzato dopo che alcune società avevano fatto strada come pioniere e dopo che le isole Canarie e le Bahamas avevano cominciato a essere troppo frequentate e dunque rischiavano d'essere pericolose. Nel giro di poco tempo tanti clienti italiani e tedeschi erano stati convinti che la strada verso il Portogallo era quella più tranquilla. Poi, come sempre succede, le prime avvisaglie. Il Portogallo viene messo alle strette dall'Unione europea, alla fine dell'anno scorso il regime privilegiato viene progressivamente svuotato da nuove norme in linea con i parametri Ocse, banche e fiduciarie cambiano rotta e puntano su porti franchi più tranquilli come Cipro, Malta, e altri paradisi fiscali.
Ma intanto a Madeira restano notevoli capitali. E su alcuni "inciampano" i magistrati milanesi che indagano su casi di enormi frodi ed evasioni fiscali. Partono le prime richieste di rogatorie e cominciano ad arrivare, "per la verità in maniera molto lenta", osserva chi ha seguito da vicino alcune inchieste, dal Portogallo. Poi le domande d'assistenza si moltiplicano, vengono ricostruite triangolazioni di denaro che fanno sponda in Ticino.
Di Madeira si parla in diverse indagini. A cominciare, ad esempio, dal caso dell'avvocato Fabrizio Pessina, bloccato con una banca dati di oltre 500 nomi di clienti mentre rientrava da Marbella e accusato di riciclaggio, per passare alla galassia di società venuta alla luce dalle carte dell'inchiesta che ha coinvolto la Doge, fiduciaria di Mendrisio e Lugano citata anche nelle intercettazioni telefoniche che hanno recentemente messo nei guai il tesoriere della Lega nord Francesco Belsito e la famiglia di Umberto Bossi. Infine, c'è l'inchiesta sul San Raffaele, l'azienda sanitaria colata a picco sotto i debiti ma che, stando all'accusa, avrebbe creato parecchi fondi neri, sfruttando l'assistenza di operatori del luganese. Tutti filoni che portano lontano. Ma da Milano, nel tempo, sono partite domande su domande. E Madeira adesso che s'è allineata all'Ocse ha chiuso tutto negli scatoloni e ha spedito la documentazione.
Ora si attende il terremoto. Ci sarà? Da Milano filtra poco. Ma si sa che dentro quegli scatoloni ci sono nomi e cognomi di titolari di fiduciarie e nomi e cognomi di funzionari di istituti di credito. E l'Italia, ultimamente, ha alzato il tiro andando ad accusare penalmente le aziende che hanno trasferito soldi in società off shore. ( Fonte: www.caffe.ch)
mspignesi@caffe.ch

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