Senza credito le piccole imprese devono chiudere

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

http://www.rinascita.eu/mktumb640a.php?image=1365696669.jpgLa Banca centrale europea scopre l’acqua calda. Per le piccole e medie imprese europee resta molto difficile l’accesso al credito. Le banche lo hanno drasticamente tagliato. Una scoperta contenuta in una indagine che riguarda circa 7.500 Pmi dei 17 Paesi membri dell’euro nel periodo compreso tra ottobre 2012 e marzo scorso.
Una realtà imbarazzante se anche il presidente della Bce, l’ex Goldman Sachs, Mario Draghi, si era sentito in dovere di rimarcarla, la scorsa settimana, con una dichiarazione pubblica al Parlamento europeo di Strasburgo. Imbarazzante perché la Bce, nel periodo novembre 2011-marzo 2012 era stata molto generosa erogando prestiti triennali per mille miliardi di euro al tasso più che conveniente dell’1% alle banche europee con il preciso intento di ricominciare a fare prestiti alle imprese e alle famiglie ed in tal modo rimettere in moto il meccanismo della domanda e dell’offerta e favorire la crescita economica.
Ma un utilizzo del genere non si è avuto e se la crescita non si è vista è dipeso proprio dal comportamento delle banche che si sono infischiate delle condizioni del sistema economico ed hanno utilizzato i soldi ricevuti per ricapitalizzarsi. Di fronte ad una recessione che sembra non avere fine, tutti quei miliardi sono stati utilizzati per rafforzare il patrimonio e per rifarsi dalle perdite dovute ad investimenti andati a male o a speculazioni vere e proprie.
Tutto il mondo è Paese. Non si capisce infatti perché le banche continentali dovrebbero essere diverse da quelle anglofone, statunitensi e britanniche. Quello che semmai sorprende è la sorpresa di Draghi e dei suoi tecnici all’ufficio studi della Bce. Ma dove sono stati nell’ultimo anno? Perché la Bce non ha pensato di porre dei precisi vincoli all’impiego di quelle enormi risorse? Pare tutta una presa in giro, un gioco delle parti dentro il quale Draghi e soci hanno scucito soldi sapendo benissimo come sarebbero stati utilizzati.
Quanto ai numeri, a fronte di una maggiore necessità di finanziamento (un più 5%) è invece scesa del 10% la disponibilità di prestiti bancari. La Bce vuole consolare le imprese sostenendo, sai che soddisfazione, che c’è stato un calo del tasso di respingimento delle domande di prestiti dal 15% all'11% . Per quanto riguarda l’Italia, siamo il Paese messo peggio, unitamente alla Spagna. Le Pmi italiane hanno registrato infatti i peggiori risultati in termini di utili e di fatturato, proprio a causa della indisponibilità delle banche a fare credito, senza il quale molte sono state costrette ala chiusura e a licenziare migliaia di dipendenti.
Autore: Andrea Angelini
Fonte: www.rinascita.eu

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