" Per la casta l'onestà e limitata a condanne a due anni " di Dom Serafini

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

http://1.bp.blogspot.com/-MapIVB_TpAE/TsJEZan6m9I/AAAAAAAAAOU/2A8KTef9T_o/s1600/2011071514La-Casta.jpgIl governo del premier Mario Monti sta per attuare una specie di rivoluzione (almeno per l'Italia): si tratta del decreto legislativo sulle "liste pulite", cioè far sì che i condannati a piú di due anni non possano candidarsi o far parte delle istituzioni... (non ci sono parole).

Non è uno scherzo, né una barzelletta. E' tutto vero! Il decreto legge "Liste pulite" stabilisce che in Italia un criminale con una condanna fino a due anni di carcere potrà continuare ad essere senatore, deputato o ministro. In pratica, l'unico che teoricamente potrebbe essere interdetto dalle cariche pubbliche, sarebbe Silvio Berlusconi (che ha una condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale).

Per fortuna Berlusconi può fare ciò che vuole e quando vuole, pertanto il decreto "barzellettario" non lo scalfisce proprio. Per la cronaca, recentemente, durante uno scontro verbale con Berlusconi, il segretario del Pdl Angelino Alfano ha introdotto il concetto di "barzellettario" (il promotore di barzellette) e di "barzellettato" (l'oggetto di barzellette). Nel caso del decreto "Liste pulite", sfortunatamente l'Italia, agli occhi stranieri, ha il particolare privilegio di calzare entrambe le definizioni.

Per il governo italiano i veri criminali sono quelli che hanno condanne sopra i due anni e, per questi, la legge è severa: niente candidature. In questo modo la casta dovrà per forza limitarsi ad attività illegali che non producano condanne ad oltre 24 mesi di carcere.

Naturalmente in Paesi come la Germania, politici e ministri danno le dimissioni appena finiscono sotto inchiesta, se scoperti a copiare anche una piccola parte delle tesi di laurea, oppure come negli Usa, quando offendono l'elettorato o se vengono alla luce relazioni extraconiugali. In Italia dimissioni per cose cosí insignificanti non vengono neppure prese in considerazione. Da noi ciò che conta sono reati di mafia, terrorismo, corruzione e, in via eccezionale, "anche reati di natura finanziaria", ma solo se risultano in condanne sopra i due anni.

Dire che, in Italia, per la casta l'onestà è un concetto relativo, è un eufemismo e sicuramente giustifica quei cittadini che, vedendo come il loro voto sia inutile se non addirittura ridicolizzato, scelgono di ricavarne qualcosa monetizzandolo con la vendita alla locale criminalità organizzata che, poi a sua volta, lo cederà alla casta.

Fonte: www.americaoggi.info

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