" La Sicilia, il digiuno, il caviale e lo champagne" di Enzo Trantino*

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

http://www.agrigentoflash.it/wp-content/uploads/2011/04/marchio-regione-sicilia.jpgEnzo,

immaginate un'ordinanza di potere folle che così recitasse: "Oggi, giornata di digiuno del novanta per cento della popolazione, per consentire al restante dieci per cento, già nominativamente selezionato, di provvedere a un pranzo con caviale, champagne, aragoste e altre voci da menù speciale".

Si direbbe: teatro dell'assurdo.

Si deve dire: avviene da noi.

Vi presentiamo le prove.

Vi sono nella Regione siciliana 18.000 dipendenti e 1900 dirigenti: un ufficiale, ogni dieci soldati!...

Non tentiamo la morale qualunquistica sulla pletora di "regionali": oramai sono intoccabili (è prassi nata con la stessa Regione), hanno maturato diritti, aspettative, previdenze legali. Il numero grottesco dei "dirigenti" (alcuni con trattamento "imperiale") è già provocazione, ma diventa illecito penale quando si assiste al deserto in uffici-chiave, perché "il dottore non c'è". Per questo vorticoso valzer di strafottenti e imboscati la musica non si è mai interrotta: da tempo immemorabile, quasi ognuno di costoro è stato sponsorizzato, targato, classificato, lottizzato, marchiato.

Sono quelli dell'immaginato "dieci per cento" della fantasiosa ordinanza; quelli che sono attesi nella mensa faraonica.

Ma mentre sono intenti a strafogarsi, il novanta per cento (non frutto di fantasia, ma verminante realtà), annuncia questa ultima tragica cartella clinica: cinquemila pescatori lasciano le barche, schiantati dalle tasse, dalla concorrenza africana (lavoro sottopagato), dalla povertà del mare, per vuoto di disciplina regolatrice dei tempi delle soste.

Mentre si sciorina l'esodo, viene stanziato un milione di euro, destinato non ad alleviare i disagi del comparto, ma per "missioni" all'estero, tavole rotonde, sagre paesane.

Se poi il mare... piange, la terra grida. Nell'ultimo triennio sono sparite cinquantacinquemila (!) imprese agricole, mentre (autentica ignominia!) "dei 2,1 miliardi previsti dai fondi europei 2007-2013, ad un anno dalla scadenza naturale, sono stati spesi poco più di 800 milioni ed è stato attuato il 40 per cento dell'intero programma".

E mentre si è incapaci persino di spendere, apprendiamo dell'esistenza di nove "enti di ricerca", finanziati dalla regione per la miserabile cifra di... quattro milioni di euro, e 17,7 milioni "per la organizzazione di convegni e campagne pubblicitarie per il settore agro-alimentare".

Ci fermiamo perché il fegato chiede una pausa: c'è un limite per digerire i veleni.

E siccome conosciamo il palato ufficiale che sopporta ogni intruglio, non intendiamo regalare soddisfazione a chi irride alle nostre intollerabili cifre che oltraggiano il comune senso del pudore (anche se a rischio di calcificazione).

Osiamo invece colloquiare idealmente con uno dei mitici "enti di ricerca". Per chiedergli. Voi componenti un'assise tanto qualificata, "ricercando" siete costretti ad esplorare verso il basso, come fanno gli archeologi o, più semplicemente, i rabdomanti?

Vi invitiamo a compiere uno sforzo per "ricercare" in alto: per esempio, verso gli alberi di agrumi (una volta, privilegio siciliano).

Scoprirete le ultime presenze agrumicole di arance intisichite, mentre i loro gemelli caduti costituiscono un tappeto di concime, detto "cascola".

L'assurdo vuole che sino alla seconda guerra mondiale, e per certa parte degli anni "cinquanta", coloro che possedevano anche un piccolo tratto di agrumeto (i "tumminari" cioè, i proprietari di modeste estensioni) erano al riparo della tentazione dall'emigrazione. Perché "stavano bene".

Se gli Usa non avessero problemi di occupazione, ora, data la morte del reddito agricolo, sarebbero stato l'approdo ideale...

In breve: anche la fascia media degli antichi titolari di reddito, può essere iscritta negli elenchi dei disagiati! Chi l'avrebbe mai pensato?

L'alternativa, del resto, non c'è: vendere a 5/10 centesimi al chilogrammo la qualità migliore, impone soluzione diversa; abbandonare l'antico dono del sacrificio di un'intera annata di lavoro, tartassata da balzelli, maltempo, costo di coltivazione, banche reclamanti "rientro", con crisi ripetute come il ciclo delle stagioni, è diventata... scelta economica!

Come il suicidio per chi vuole evitare guai maggiori.

Enzo

(enzo.trantino@alice.it)

*Catanese, avvocato e deputato al Parlamento per nove Legislature

 Fonte: www.americaoggi.info

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