" Primarie in Tv: così si sevizia quel che resta della politica" di Giancarlo Marcotti

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

http://www.finanzainchiaro.it/public/primarie-pd-i-candidati.jpgUno spettacolo penoso, un’esibizione ributtante!

Ecco cosa sono state le prime “Primarie in Tv”.

Sgombriamo il campo immediatamente da qualsiasi equivoco, erano le primarie del PD, ma se fossero state del PDL o dell’UDC, con ogni probabilità, poco sarebbe cambiato, non è infatti questo in discussione, il nocciolo della questione è invece il disgustoso spettacolo offerto dai politici in Tv.

Cosa c’è nulla di più penoso che ascoltare le più scontate banalità di quattro o cinque personaggi che cercano in tutti i modi di accreditarsi con discorsi sfacciatamente demagogici.

Se l’Italia finisce in mano a queste persone siamo proprio rovinati, occorre chiedere asilo politico a qualche Stato (ammesso che esista) in cui l’integrità della classe politica non sia ancora scesa a questi livelli.

Volete la prova inconfutabile che ciò che vi ho detto corrisponde a verità?

Ascoltate gli unanimi commenti dei vari notisti politici che vanno per la maggiore, se loro hanno trovato entusiasmante questo spettacolo potete star certi, allora, che io ho tutte le ragioni.

Ne cito uno su tutti, Stefano Folli, editorialista di punta de “Il sole 24 Ore”, già direttore, per due anni del Corriere della Sera, ebbene per Folli “Nulla sarà più come prima, in futuro non si potrà prescindere dal proporre i candidati alle primarie in Tv, con un format simile a quello andato in onda su Sky”.

Insomma per il celebre editorialista ciò che è stato trasmesso dalla Tv satellitare rappresenta un’importante ed apprezzabile novità riguardo al modo di fare politica in Italia.

Credete a me, è ciò che di più vecchio ed antiquato si possa immaginare! Quel modo mellifluo di cercare il consenso con lusinghe demagogiche verso lo spettatore/elettore ritenuto quindi talmente stupido da farsi ancora abbindolare da discorsi vuoti e falsi.

In stile telenovelas, tanto per intenderci!

Ci sono i buoni (gli operai, i pensionati e la gente comune) ed i cattivi (la Fornero e Marchionne), si devono adulare i “poveri” esodati (e sono trecentomila voti) e gli insegnanti (oltre un milione di voti più i familiari), insomma vi ho reso l’idea?

Si è dato per anni (probabilmente a ragione) del populista a Berlusconi, ma ciò al quale abbiamo assistito è stata proprio la saga del peggior populismo, quello più becero e triviale, che considera l’elettorato un agglomerato di decerebrati ai quali ci si deve rivolgere con formule banali intrise dei più scontati luoghi comuni: le Banche ladre, gli evasori fiscali da colpire e soprattutto l’immancabile colpevole di tutti i mali del mondo: la finanza speculativa.

Insomma la politica italiana, presentata così, anziché fare un passo avanti ne fa due indietro, la famosa “scarpa” di Lauro, il metodo più semplice per raccattare voti, al confronto, ne esce addirittura rivalutato, almeno in quel modo il “patto” che il politico napoletano faceva con i potenziali elettori era chiaro e non mediato dalla più scontata demagogia.

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