I veri paradisi fiscali - di Vincenzo Comito

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

http://www.finansol.it/wp-content/uploads/2013/04/800px-Maria_Theresia_Fekter_-_World_Economic_Forum_on_Europe_2011.jpgQualche settimana fa abbiamo pubblicato un articolo nel quale sostenevamo, tra l’altro, una tesi – certo non inventata da noi – secondo la quale tutto questo parlare di paradisi fiscali facendo riferimento prevalentemente a qualche isola sperduta nell’oceano era per la gran parte fumo negli occhi, un insieme di chiacchiere portate avanti per nascondere il fatto di base che i paradisi fiscali più importanti sono, in realtà, sotto la giurisdizione di paesi quali la Gran Bretagna e degli Stati Uniti. E’ dal loro territorio che passano, nella sostanza, la parte più consistente dei  flussi mondiali legati all’evasione fiscale, al riciclaggio del denaro della criminalità organizzata e così via. E questo da molto tempo.

Nelle scorse settimane la questione è venuta prepotentemente, almeno in parte, alla luce del sole, perché sollevata dalle prese di posizione di  un paese come l’Austria, di solito abbastanza tranquillo. Ricostruiamo brevemente i fatti.

Da qualche tempo l’Unione Europea, nell’ambito di una politica di lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro, sta cercando di spingere l’Austria a togliere la possibilità per gli stranieri di mantenere nel paese il segreto sui loro conti bancari. Ora il ministro delle finanze austriaco, Frau Maria Fekter, stanca delle accuse, ha perso la pazienza, rilasciando il 10 aprile una dichiarazione nella quale, forse anche  peraltro a corto di  altri argomenti, afferma che non si può chiedere una cosa simile al suo paese senza contemporaneamente domandare alla Gran Bretagna di smetterla di essere un gigantesco paradiso fiscale aperto a tutti. In effetti questo avviene in particolare, come ha ricordato l’importante politico austriaco, attraverso delle operazioni che passano attraverso le Isole del Canale, le Isole Vergini, le Cayman, Gibilterra, senza parlare per alcuni aspetti della stessa City di Londra.

Inoltre la Fekter ha rimarcato anche che, mentre, nel corso dei recenti negoziati per la concessione urgente di un sostegno finanziario, è stato imposto a Cipro di smantellare la regola per cui una società poteva essere gestita nel paese con un management anonimo, la stessa richiesta non è stata fatta contemporaneamente alla Gran Bretagna, che pure permette da sempre una tale pratica.
Incidentalmente la stessa Fekter ha infine anche sottolineato che gli Stati Uniti permettono tranquillamente da sempre il riciclaggio del denaro sporco in stati quali il Delaware e il Nevada, senza che quasi nessuno protesti. Ma, paradossalmente, anche gli stessi USA vogliono spingere l’Austria ad abolire il segreto bancario, esercitando  forti pressioni al riguardo sul paese europeo. In effetti tutto ciò appare grottesco.

Parallelamente, peraltro, un esponente importante del partito liberal-democratico britannico, lord Oakeshott (come è noto, lo stesso partito è attualmente al governo insieme ai conservatori),  ha confermato che i paradisi fiscali britannici sono una macchia sul viso della  Gran Bretagna ed ha chiesto con decisione che il primo ministro intervenga. Ovviamente sono intervenuti nel dibattito con veemenza anche diversi  esponenti del mondo delle ONG che si occupano da tempo di tali questioni.

Nel frattempo sono state anche pubblicate alcune liste di nomi implicati nel possesso di società nelle Isole Vergini; tra di essi ci sarebbero il primo ministro georgiano, nonché, tra l’altro, figure molti importanti dell’establishment di paesi come il Pakistan, l’India, la Tailandia, l’Indonesia. A questo punto anche Angela Merkel è entrata nel dibattito chiedendo  a David Cameron  di intervenire sulla questione. Questo anche perché la tematica dei paradisi fiscali è entrata prepotentemente nel dibattito elettorale tedesco e l’opinione pubblica del paese appare molto sensibile all’argomento. Tra l’altro, è noto come i tedeschi stiano cercando di entrare con tutti i mezzi in possesso delle liste dei cittadini tedeschi che hanno dei conti clandestini in Svizzera; e questo anche corrompendo qualche funzionario delle varie banche del paese vicino.

Così il primo ministro britannico è sotto pressione per fare qualcosa prima del prossimo G8 di giugno programmato nell’Irlanda del Nord e nel quale  si discuterà dell’argomento. Vediamo come se la caverà. Secondo noi, piuttosto male.
Fonte: www.finasol.it

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