" Banca alle Seychelles per l'ex socio Arner" di Libero d'Agostino

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

http://media.caffe.ch/media/2012/10/18683_9_medium.jpgÈ rimasto in  carcere per meno di 24 ore, Guido Ralph Haschke, 61 anni, nato negli Usa e residente a Lugano, indagato per le presunte tangenti di Finmecanica in India. Ma a fare da fondale di scena alle  568 pagine dell'informativa dei carabinieri per l'inchiesta delle procure di Napoli e di Busto Arsizio su riciclaggio, corruzione internazionale e finanziamento illecito dei partiti, c'è la Lugano di sempre: piazza di affari e malaffare, di mediatori e faccendieri. Ci sono l'ex banchiere che fa da spalla per fondare una banca alle Seychelles, l'ex alto funzionario del fisco cantonale che può tornare utile per ottimizzare la dichiarazione dei redditi e tanti altri personaggi che si stagliano su un affare da 560 milioni di dollari, con la vendita di 12 elicotteri dell'Agusta Westland all'India e una provvigione per Haschke da 51 milioni di dollari. Dieci dei quali sarebbero però tornati indietro all'amministratore  delegato di Agusta, Giuseppe Orsi, che avrebbe dovuto riversarli alla Lega Nord, sponsor ufficiale della sua ascesa al vertice di Finmeccanica.
È a metà novembre dell'anno scorso che gli inquirenti cominciano le intercettazioni telefoniche e ambientali per Haschke e il suo socio in affari Carlo Gerosa, 66 anni, italiano con passaporto svizzero, di casa a Massagno. L'Audi 6 di Haschke è imbottita di microspie e le sue conversazioni telefoniche, soprattutto con Gerosa, tracciano la loro rete di contatti in Italia e in India, e con essi la pista per le indagini sulla vendita dei 12 elicotteri. Da quelle intercettazioni emerge anche qualche retroscena singolare. Il 13 gennaio del 2012,  come si legge nell'informativa dei carabinieri, Haschke informa tale Gigi che "Gerosa è tornato da poco dalle Isole Seychelles, dove è stato per costituire una banca con scopi e fini 'immaginabili' unitamente ad un altro personaggio, Nicola Bravetti".
Proprio quel Bravetti, l'ex banchiere della Arner già conosciuto dagli inquirenti italiani per altre due inchieste: una che lo ha visto indagato per intestazioni fittizia di beni riconducibili ad un presunto prestanome della mafia siciliana e l'altra - con un procedimento tutt'ora in corso alla Procura di Como - per riciclaggio, assieme ad altre 59 persone, tra cui una ventina di ticinesi che avrebbero "spallonato" dall'Italia alla Svizzera una quarantina di milioni di euro.  Bravetti con l'inchiesta per l'affare degli elicotteri venduti all'India non c'entra niente, tant'è che non risulta nemeno indagato, tuttavia il suo nome compare spesso nelle 568 pagine dell'informativa dei carabinieri. Stando alle intercettazioni, Gerosa sarebbe ricorso spesso ai consigli di Bravetti, per saperne di più "sulla legislazione italiana e i riflessi sul sistema bancario-finanziario svizzero, temendo un blitz da parte di qualcuno (organismi di controllo)".
Intanto, in attesa dei soldi che gli dovevano arrivare dall'estero, Haschke si premura di consultarsi  anche col suo consulente fiscale: "Mi ha detto di dichiarare tutto quello che posso, di ritardare il più possibile la dichiarazione del 2011 - precisa ad un suo interlocutore telefonico -,  dichiarare  tutto quello che posso nel 2011 e poi andare a cercare un accordo (...) sai che la bellezza degli svizzeri è che puoi negoziare su tutto (...) se l'Agusta, come penso, credo ed hanno anche detto, mi paga, allora vado a parlare col fisco (...) tramite Dellera (...) un ex pezzo grossissimo dell'amministrazione fiscale svizzera" (probabilmente si riferisce a Pietro Dell'Era, ex dirigente della Divisione delle Contribuzioni del Cantone estromesso dall'incarico in seguito allo scandalo del fiscogate, ndr).
Il 27 febbraio del 2012 il Corriere della Sera pubblica un articolo dal titolo "L'India apre un'inchiesta sui 12 elicotteri italiani". Haschke e Gerosa sono in allarme e organizzano subito, si legge nell'informativa, una riunione a Lugano con i "soci" indiani dell'affare. Haschke è preoccupato per le indagini e a Gerosa confida: "Probabilmente non hanno nulla nelle loro mani (...) noi stiamo mantenendo alto il nostro livelo di allerta, ho ripulito ogni singolo pezzo di carta dal mio ufficio, ho ripulito completamente il computer, in realtà lo sai che ho fatto? Ho rimosso il vecchio computer che avevo... ho un nuovo computer dove non c'è nulla, quindi, anche se loro verificano i dati cancellati, non troveranno niente e ora sto cancellando tutte le email che sono passate non attraverso il mio, ma dal server di Carlo in ufficio". Ma mentre Haschke si premurava di cancellare le tracce elettroniche dei suoi affari, i carabinieri  registravano il resoconto che faceva al suo socio.
ldagostino@caffe.ch
Fonte: www.caffe.ch

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post