Le sanzioni ai russi bloccate dalle lobby - di Loretta Napoleoni
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Le lobby americane ed europee sono al lavoro a Washington e a Bruxelles per contenere le sanzioni contro la Russia. Tutti infatti temono che le restrizioni imposte si ripercuotano prima di tutto contro imprese occidentali poiché l'Unione Europea è il primo partner economico russo e Mosca è il terzo partner commerciale per l'Ue. Ma anche l'import-export tra Mosca e Washington è fiorente, tanto che molte grandi imprese americane dipendono per alcuni prodotti strategici dal mercato russo: ad esempio la Boeing possiede una joint-venture con Vsmpo-Avisma Corp., il maggior produttore di titanio al mondo, per l'approvvigionamento di questo elemento essenziale per i suoi aerei.
Imporre con successo sanzioni ad un Paese come la Russia, la cui economia rappresenta il 3 per cento di quella mondiale, non è dunque così semplice come imporle all'Iran o all'Iraq di Saddam Hussein, il cui peso nell'economia mondiale era di gran lunga inferiore. A parte l'alto livello d'integrazione tra l'economia russa e quella occidentale, Mosca si è già mossa per aprire sbocchi commerciali in Asia, ad esempio, con gli accordi di cooperazione economica - il cui fulcro è l'esportazione di energia russa. Accordi firmati recentemente con Pechino dopo un decennio di negoziazioni. È dunque probabile che nel lungo periodo, quando finalmente le sanzioni inizieranno a funzionare, Putin riuscirà a schivarle, almeno in parte, sostituendo la domanda proveniente dall'Ue con quella cinese ed asiatica.
Per ora le sanzioni sono strutturate in modo da danneggiare principalmente l'economia russa, e così facendo ridurre la popolarità di Vladimir Putin. Ma l'eventuale caduta della domanda di consumo o il deprezzamento del rublo, che queste potrebbero produrre, colpirà prima che il Cremlino gli esportatori stranieri e tra questi primeggiano i produttori di auto europei ed americani, dalla Volkswagen alla Renault alla Ford alla General Motors.
Unica consolazione per gli europei è che nessuno ha toccato l'industria del gas naturale, da cui dipende gran parte dell'Europa. Va detto che anche durante la guerra fredda il gas sovietico riscaldava l'Europa occidentale, ma oggi il mondo è ben diverso e la Russia lo può vendere in Cina. A giudicare dall'attività frenetica delle lobby commerciali occidentali, l'industria occidentale teme proprio questa alternativa.
Fonte: http://www.caffe.ch/stories/numeri/47819_le_sanzioni_ai_russi_bloccate_dalle_lobby/