Singapore soffoca per il fumo indonesiano - di Loretta Napoleoni
I super-ricchi che vivono a Singapore stanno evacuando la città in massa, ecco perché non si trova un biglietto di prima classe su qualsiasi aereo, ma chi se lo può permettere si alza in volo con i jet privati. A causare il peculiare esodo della ricchezza non sono state nuove tasse ma i falò che si alzano dalle foreste tropicali indonesiane. Nella stagione secca, chilometri e chilometri quadrati di foresta vengono tagliati e bruciati illegalmente per dar spazio alle piantagioni di palme da olio. Un processo che crea gigantesche nuvole tossiche, che quest'estate sono migrate verso la penisola di Malacca per stazionarsi proprio sopra la ricca e lussureggiante Singapore.
Il governo dell'isola ha subito accusato l'Indonesia di disinteressarsi al problema minacciando rappresaglie economiche nei suoi confronti. Ha anche rispolverato temi ecologici per offrirli alla popolazione che ormai raramente si avventura fuori di casa. Ironia della sorte vuole che Singapore sia tra i non firmatari del protocollo di Kyoto al quale adesso, in parte, si appella.
Tra le compagnie che profittano della deforestazione indonesiana ce ne sono anche 2, Asia Pacific Resources International (April) and Sinar Mas, registrate a Singapore contro le quali il governo dell'isola vorrebbe accanirsi. Ma si tratta della solita propaganda.
La nuvola si smog che staziona su Singapore è il risultato dell'indifferenza dei governi del sud est Asiatico nei confronti dei problemi ambientali. Indifferenza che in Indonesia significa decentramento, è questa infatti una delle nazioni dove la struttura amministrativa e politica è maggiormente decentralizzata. Jakarta ha pochissimo controllo su cosa avviene nelle foreste dell'Indonesia per questi motivi. Se poi a cio' aggiungiamo la corruzione rampate a livello locale ecco come nasce il cocktail micidiale dell'inquinamento.
Il governatore di Riau, la provincia maggiormente colpita dalla deforestazione attuale, è finito da poco in carcere per corruzione legata, guarda caso, allo sfruttamento illegale delle foreste della sua regione. In altre parole dietro ai fuochi che bruciano c'è la lunga mano della corruzione ed è questa pratica, che e' quasi metabolizzata in questa parte del mondo, che va eradicata se si vuole evitare l'inquinamento, indifferentemente dentro o fuori delle regole del protocollo di Kyoto.
Fonte: http://www.caffe.ch/stories/numeri/43625_singapore_soffoca_per_il_fumo_indonesiano/