Mosca accelera sulla valuta alternativa

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza

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Riprendiamo da “zerohedge” la sostanza di un articolo di Tyler Durden  pubblicato da “zerohedge”, che analizza sia il nuovo importante accordo di fornitura di gas russo alla Cina e si il baratto di petrolio-beni strategici tra Russia e Iran. Due mosse che Washington ritiene assai pericolose per l’egemonia del suo sistema di controllo sugli scambi internazionali di materie prime sui quali è stata imposta, quale valuta di riferimento, quella statunitense.
Non a caso le pressioni Usa sull’Iran si sono accentuate, in questi giorni, ed è stato ventilato un ritorno al conflitto “freddo” sulla produzione di energia nucleare per uso civile.
 Sta di fatto che la mossa delle sanzioni contro Mosca, operata da Obama con forzata applicazione anche da parte dei Paesi della cosiddetta “Unione europea”, per la questione ucraina, si sta trasformando, per Usa e Ue in un evidente boomerang.
Non è stato, questo (Russia-Cina, Russia-Iran), infatti “proprio l’esito sperato del blocco imposto dall’Occidente” una decisione “che pare essersi ritorta contro e aver ulteriormente influito sullo status intoccabile del petrodollaro.http://www.datos-bo.com/images/img_sis/normal/brics.jpg
L’esistenza dei “petrodollari” è uno dei pilastri della potenza economica americana perché crea una significativa domanda esterna della valuta americana, permettendo agli USA di accumulare debiti enormi senza fare default. Se un compratore giapponese vuole acquistare un barile di petrolio saudita, deve pagare in dollari anche se nessuna compagnia petrolifera americana ha mai toccato quel barile. Il dollaro ha mantenuto una posizione dominante nel commercio mondiale per così tanto tempo che perfino le forniture di gas della Gazprom all’Europa sono prezzate e pagate in dollari USA”.
“Fino a poco tempo fa, una parte significativa del commercio tra UE e Cina era prezzato in dollari”, ricorda Tyler Durden , ma “ultimamente, la Cina ha guidato gli sforzi dei BRICS per rimuovere il dollaro dalla sua posizione di principale valuta globale, e la “guerra di sanzioni” tra Washington e Mosca ha dato impeto al progetto tanto atteso di lanciare il petrorublo e togliere tutte le esportazioni russe di energia dalla valuta USA.
I maggiori fautori di questo piano sono Sergey Glaziev, consigliere economico del presidente russo, e Igor Sechin, amministratore delegato della Rosneft, la più grande compagnia petrolifera russa, e stretto alleato di Vladimir Putin. Entrambi sono stati molto espliciti nel loro tentativo di sostituire il dollaro con il rublo russo. Diversi ufficiali russi di massimo livello stanno ora spingendo avanti il piano”( dal ministro dellEconomia, Aleksei Ulyukaiev, che ha chiesto alle compagnie petrolifere russe di “scaricare il dollaro” al presidente della Camera alta del parlamento di Mosca, Valentina Matviyenko che ha ricordato ccome “la crisi recessiva del 2008 sia stata provocata dal fallimento di istituti bancari occidentali”).
Altro passo di Mosca è il piano per creare una “borsa di merci e materie prime” russa, “ dove i prezzi di riferimento per petrolio e gas saranno in rubli anziché in dollari”. Non a caso “ Igor Sechin, amministratore delegato di Rosneft, è stato nominato per presiedere il comitato di direzione della borsa merci di San Pietroburgo. Nell’ottobre 2013, parlando al Congresso Mondiale per l’Energia in Corea, Sechin ha richiesto un “meccanismo globale per commerciare il gas naturale” e ha proseguito suggerendo che “è consigliabile creare una borsa internazionale per i paesi partecipanti, dove le transazioni possano essere registrate usando valute regionali.”
E’ chiaro che uno dei leader più influenti del commercio globale dell’energia possiede lo strumento perfetto per rendere tale progetto una realtà”.
L’agenzia Reuters riporta che la Russia sta per cominciare con l’Iran il baratto di beni in cambio di petrolio, il che fornirà alla Rosneft circa 500.000 barili di petrolio iraniano al giorno, da vendere nel mercato globale.
http://www.piperreport.com/archives/Images/Dollar%20Squeezed.jpg“La Casa Bianca e i russofobi al senato sono lividi e stanno cercando di bloccare la transazione, in quanto apre scenari molto gravi e difficili per il petrodollaro. Se Sechin deciderà di vendere questo petrolio iraniano in rubli attraverso una borsa russa, tale mossa aumenterà la probabilità del “petrorublo” e danneggerà il petrodollaro.
Si può dire che le sanzioni USA hanno aperto un vaso di Pandora di guai per la valuta americana. La risposta russa sarà sicuramente spiacevole per Washington, ma cosa succederà se altri produttori e consumatori di petrolio decideranno di seguire l’esempio della Russia?
Il mese scorso, la Cina ha aperto due centri per processare i flussi di commercio denominato in yuan, uno a Londra e uno a Francoforte. I cinesi stanno forse preparando una mossa simile contro il dollaro? Lo scopriremo presto”. 

Fonte: Zerohedge - www.controinformazione.info
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