BORSE: PRIMO STORNO DI SETTEMBRE. 07/ 09/ 2010

Pubblicato il da borsaforextradingfinanza.over-blog.it

Naturalmente doveva arrivare, ma il primo storno di settembre, per le Borse europee, non ha avuto i connotati delle prese di beneficio e potrebbe lasciare più di qualche strascico.
Per la maggior parte degli osservatori internazionali tutto è dovuto ad un articolo apparso sul Wall Street Journal nel quale si avanzano dubbi sulla rigorosità degli stress test ai quali sono state sottoposte le banche europee circa due mesi or sono.
 
Se si voleva cercare una scusa per scendere la si è trovata, a nostro avviso hanno inciso maggiormente una riunione Ecofin nella quale i Ministri economici dell'Unione europea non sono stati d'accordo su nulla ed un piano come quello annunciato da Obama che lascia qualche perplessità.
 
Capiamo perfettamente che per il Presidente degli Stati Uniti i problemi sul tappeto sono più d'uno, e tutti non di facile soluzione, per cui ciò che è stato annunciato, e quanto verrà reso noto nei prossimi giorni, è tutto quanto era possibile mettere in campo in un periodo come quello che stiamo vivendo.
Se, al termine di questo piano di sviluppo, verranno stanziati circa 150 miliardi di dollari, ovviamente distribuiti su più anni, si sarà dato fondo a tutto, o quasi, per cui, se non dovesse funzionare, i problemi occupazionali diverrebbero, a quel punto, quasi drammatici.
 
Sul lato valutario è stata ancora una giornata “particolare” il dollaro ha guadagnato nei confronti dell'euro (sceso a 1,27), ma ha perso ancora, e ciò ha dell'incredibile, contro yen, toccando nuovi minimi, addirittura in area 83,5.
 
Nella nottata la borsa di Tokyo aveva lasciato sul terreno lo 0,80%, appesantita proprio dai titoli dell'export ed in particolare del comparto automobilistico quasi al collasso per il super-yen.
Il Premier Kan continua a glissare sulla vicenda valutaria, rischiando seriamente di perdere la tornata elettorale a favore del “chiacchierato” contendente Ozawa che si è chiaramente schierato a favore di un intervento diretto a mercato aperto da parte della Bank of Japan.
 
Sono arrivate alcune promozioni per diversi titoli del nostro indice principale, ma in una giornata simile il mercato ha guardato ad altro.
Ftse Mib a 20.395,45 punti (-1,28%).
Ansaldo (+3,36%) il piano Obama, essenzialmente incentrato sul potenziamento delle infrastrutture, aeroporti, stazioni ferroviarie e strade, ha galvanizzato il nostro maggior titolo del comparto, che ora ha a portata di mano il ritorno sopra quota 10 euro.
Fondiaria (+0,51%) in controtendenza rispetto al comparto europeo (-0,94%) continua il proprio recupero, avvantaggiata da una promozione (ad accumulate) di Banca Akros. Le quotazioni, però, restano tutt'ora estremamente contenute.
 
Passiamo ai ribassi più significativi.
Azimut (-2,62%) già ieri non aveva convinto troppo terminando con un contenuto ribasso, oggi lo storno è stato deciso, anche se alla fine si è recuperata quota 7 euro.
Fiat (-2,48%) tagliata da Nomura a “reduce” il titolo del Lingotto ha sottoperformato il settore (-0,54%).
Unicredit (-2,44%) in una seduta come questa, con i bancari nell'occhio del ciclone, il nostro Istituto più internazionale risulta ovviamente penalizzato dal mercato.
Mediobanca (-2,38%) un brusco dietro front che fa male. Occorre un immediato recupero per evitare di tornare verso quotazioni che si pensavano superate nel mese in corso.
Banco Popolare (-2,28%) altro ribasso annunciato dopo l'articolo del WSJ.
Insomma una seduta che andrà valutata alla luce di quel che accadrà nelle prossime giornate, al momento occorre sospendere il giudizio.
L'attività di M&A continua incessante e ciò testimonia di come gli attuali prezzi di mercato siano considerati appetibili.
Autore: Giancarlo Marcotti
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