Studi di settore: al peggio non c’è mai fine

Pubblicato il da IL Grande Inganno

Studi di settore: al peggio non c’è mai fine.
Da incubo per i contribuenti gli studi di settore sono diventati negli ultimi anni soprattutto un incubo per noi professionisti.

Le nostre vacanze estive sono ormai strettamente dipendenti da Gerico, che è una presenza immanente nelle nostre vite, anche e soprattutto quando non c’è e arriva in ritardo.

Se ci pensiamo un attimo, gli studi di settore sono un fenomeno di suggestione di massa: tutti sanno che non fanno realmente quanto promettono – ossia determinare in modo puntuale i ricavi che i contribuenti producono – ma nel contempo condizionano in modo pesante l’attività di milioni di imprese e professionisti.

Archiviato il sogno della Sose che gli studi di settore possano essere utili alle imprese per studiare il contesto competitivo (vi ricordate quando addirittura speravano di farci i quattrini), è evidente che invece servono soltanto all’Agenzia delle Entrate, che non ha la possibilità di effettuare controlli analitici su milioni di partite IVA e quindi ha bisogno di un dato “a tavolino” dal quale partire.

Sarebbe allora auspicabile che questa semplice considerazione inducesse l’Amministrazione finanziaria a gestire in modo efficiente il sistema, di modo che, oltre che invasivo (come non può non essere), non sia anche un dramma a livello operativo.

Eppure, amaramente, constatiamo che anche quest’anno le cose non sono andate per il verso giusto.

Oggi, 7 luglio, scade il termine per il versamento delle imposte per i soggetti che hanno beneficiato della proroga, rispetto alla scadenza del 16 giugno, dovuta ai ritardi nella predisposizione degli studi: proroga che, come ricordiamo tutti, è stata annunciata all’ultimo minuto, lasciandoci con il fiato sospeso.

Con la (nuova) scadenza fissata al lunedì, l’Agenzia ha pensato bene di emanare venerdì pomeriggio (cioè il giorno lavorativo precedente) la “tradizionale” circolare dedicata all’applicazione degli studi nel periodo di imposta oggetto di dichiarazione.

Come se non bastasse, sono comparsi sul sito dell’Agenzia una serie di documenti last minute:

- aggiornamento software di controllo 2013 (versione 1.0.2);

- approvazione delle modifiche ai modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore da utilizzare per il periodo d’imposta 2013;

- aggiornamento software Gerico 2013 (versione 1.0.5);

Le modifiche al software non sono di poco conto, in quanto, riportando fedelmente quanto indicato sul sito:

per lo studio VG40U è stata rimossa una anomalia nell’esito:
- dell’indicatore di normalità economica “Incidenza dei costi residuali di gestione sul valore della produzione” che in caso di valore della produzione negativo o nullo presentava un esito di “non normalità” invece che di “normalità”;

- di coerenza per gli indicatori “Margine Lordo sui Ricavi” e “Ricavo al metro quadro venduto”. In particolare il “Margine Lordo sui Ricavi” presentava un esito di non coerenza errato nel caso “Non Calcolabile o Indeterminato” mentre il “Ricavo al metro quadro venduto” presentava un esito di non coerenza errato in caso “Indeterminato”;

per gli studi VG69U e VK23U è stata rimossa un’anomalia nell’esito dell’indicatore di normalità economica “Incidenza dei costi residuali di gestione sul valore della produzione” che in caso di valore della produzione negativo presentava un esito di “non normalità” invece che di “normalità”.
Perchè bisogna sempre arrivare all’ultimo minuto (dei supplementari, tra l’altro) ci sfugge: forse si pretendeva una “ripassatina” degli studi nel week end? E’ questo il “Fisco amico” a cui fa riferimento il Ministro Padoan?

Ma, come sempre, facciamo il nostro dovere … rassegnati.

Fonte: ecnews
http://www.finanzainchiaro.it/studi-di-settore-al-peggio-non-ce-mai-fine.html

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